Anche al Liceo delle Scienze Umane “M. Rapisardi”di Biancavilla  (in provincia di Catania) è suonata la campanella dell’ora di legalità. Sessanta minuti per capire come combattere l’attività criminale radicata nel territorio, attraverso la diffusione della cultura della legalità.

IMG-20150202-WA0007Il progetto, promosso lo scorso 30 gennaio da Libera Impresa, l’associazione antiracket e antiusura di Belpasso, dall’associazione nazionale dei Magistrati di Catania e dai comandi provinciali delle forze dell’Ordine dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Paternò, aveva nei temi della giustizia e della necessità di denunciare qualsiasi reato, il punto nodale dell’incontro in cui, oltre all’importanza di diffondere la “cultura della legalità” disincentivando l’omertà, si è puntata l’attenzione sulla facilità con cui si diffonde la criminalità.

Denunciare infatti, non è un atto eroico. È semmai, la manifestazione più alta di coscienza civile, di partecipazione alla collettività. È il rispetto del bene comune come se fosse un bene proprio, contribuendo allo sviluppo della comunità in cui si vive.

Ed è a tal proposito che Rosario Cunsolo  Pres. di Libera Impresa, ha spiegato come: “bullismo e racket, spesso coincidono. Di intimidazione e richiesta estorsiva, comunque si tratta. Il compito di denunciare – ha detto – non è solo della vittima, soggetto di vessazioni continue, che ha bisogno del sostegno di chi è al corrente, ma anche delle figure di riferimento quali i genitori e il nucleo familiare al completo (intesi i parenti più stretti), gli insegnanti e gli amici.          
“Si sottovaluta infatti – ha proseguito Cunsolo – l’importanza psicologica che assume nella mente della vittima, l’aver subito un’aggressione (di qualunque essa sia la natura, anche fosse solo verbale, intimidatoria, vessatoria); ma anche il “carnefice” avrebbe bisogno di un supporto psicologico per risolvere le cause che lo hanno portato a compiere certe azioni reiteratamente, esaminando a fondo l’origine del malcontento”.

IMG-20150202-WA0005All’incontro, oltre all’intero corpo docente dell’Istituto e agli studenti che hanno partecipato in massa, erano presenti Rosario Cunsolo, pres. Libera Impresa;   il primo cittadino di Biancavilla Giuseppe Glorioso e il prof. Antonino Longo, consulente culturale del Comune di Biancavilla.

Lo slogan “Non pagare il pizzo, è una questione di onore e di dignità”, recitato da Ficarra e Picone, Jovanotti e altri artisti che, da testimonial, si sono resi disponibili a “mettere la propria faccia”, in un video realizzato allo scopo di far capire l’importanza della denuncia, ha smosso sicuramente gli animi dei presenti.

Agli studenti, che hanno sollecitato gli intervenuti ponendo domande sulla giustizia, le pene, i reati e la legalità anche nella quotidianità, sono stati consegnati il testo della Costituzione italiana e una brochure che ne estrapolava alcuni articoli, un chiaro invito a fare il proprio dovere di cittadini retti, non piegati dalle ingiuste e illecite richieste di pizzo. Un messaggio lanciato al termine della giornata, per far capire l’importanza di collaborare con le Istituzioni e le Forze dell’Ordine anche attraverso piccoli gesti quotidiani.

 Classe IV A – Liceo delle Scienze Umane – Biancavilla

Questo articolo ha vinto il Concorso “Coppa della Legalità” indetto da Libera Impresa, A.N.M. Catania e dalle forze dell’Ordine.

Sotto il momento della premiazione avvenuto il 23/05/2015 presso il Tribunale di Catania.

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