L’andamento economico in Sicilia nel 2016, ha riportato un segnale negativo, come trascritto dalla fondazione RES e Unioncamere.

Dal 2007 al 2016, il trend si attesta al -7,3% , un calo progressivo che mostra importanti cambiamenti strutturali, in termini settoriali e territoriali.

I dati comunicati da Confartigianato, mostrano invece un segnale ancora più preoccupante, In Sicilia il 30% delle aziende ha chiuso i battenti.

Il saldo nel 2016 delle imprese attive in Sicilia era meno di 366 mila, circa un migliaio in meno dell’anno precedente.

Un settore che sembra in forte crescita è l’export made in Sicily, che secondo i dati di Unioncamere, nel primo trimestre del 2017, fa un grande passo in avanti incrementando le esportazioni del 37,6%

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Tradotto in numeri, vuol dire che tra gennaio e marzo sono state esportate merci dalla Sicilia per un valore complessivo di 2,3 miliardi di euro contro 1,6 miliardi di euro fatturati nei primi tre mesi del 2016. La Sicilia, insieme con la Sardegna (+79%), registra una delle migliori performance a livello nazionale. A certificare la crescita è l’ufficio studi di Unioncamere Sicilia che ha rielaborato i dati Istat sull’export del primo trimestre 2017.

Tra le province siciliane che più hanno contribuito alla crescita tendenziale delle esportazioni regionali si segnalano Siracusa (+56,49%), Messina (+49,54%) ed Enna (+49,11%). Segno meno soltanto a Palermo (-19,25%) e Caltanissetta (-17,45%). A livello merceologico a tirare la volata dell’export siciliano sono in particolare “Coke e prodotti petroliferi raffinati” per un valore complessivo di merce esportata pari a 1,3 miliardi di euro e in crescita del 60,45%. Trend positivo anche per “le attività manifatturiere” (41,46%), i “prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere” (+38,6%) e “agricoltura, silvicoltura e pesca” (+2,23%).

Questi sono i dati ufficiali pubblicati e riportati da Unioncamere Sicilia e da altri enti qualificati.

L’analisi che il Presidente dell’Associazione Antiracket Antiusura Libera Impresa si sente di fare è questa:

A frenare le imprese nel nostro territorio sono la burocrazia e l’illegalità dilagante, la grande inadeguatezza politica e la mancanza di strategie settoriali e territoriali.

La Sicilia, come abbiamo potuto appurare, ha una grande potenzialità per le sue produzioni tipiche e uniche in tutto il mondo;

ci invidiano il settore enogastronomico, le nostre ceramiche, le nostre coste, il nostro mare e tantissime altre produzioni che se bene gestite potrebbero portare quest’isola ai massimi livelli di PIL mai visti fino ad ora.

Questo è quello che mi sento di affermare, sottolineando la mancata crescita delle aziende le quali devono confrontarsi con la criminalità organizzata, il lavoro nero e il fisco diventato ormai iniquo e insopportabile per chi legalmente cerca lo sviluppo e l’affermazione nel territorio.