PATERNO’ – Una città libera dal racket e dall’omertà. È questo l’obiettivo che si prefigge l’associazione antiracket “Libera Impresa” che ufficialmente da ieri ha piantato le sue radici anche a Paternò. Paese dove, appunto, è ora prevista la presenza di Domenico Triolo, nuovo responsabile territoriale dell’associazione. Il Brigadiere ex della Guardia di Finanza, sarà l’angelo custode a cui gli imprenditori e commercianti vessati da ricatti e pizzo potranno rivolgersi per chiedere aiuto. Il nuovo responsabile è stato presentato ieri sera nel corso della cerimonia – moderata dal giornalista, Anthony Distefano – avvenuta nella sede dell’ex Tribunale. “Paternò è una realtà che l’associazione “Libera Impresa” conosce bene” – ha detto Triolo . “L’associazione è nata solo da tre anni, ma è già stato fatto tanto. Noi ci mettiamo al servizio dei commercianti, cercando di invogliarli alla legalità e a dire no al racket. Per fare questo è fondamentale nutrire piena fiducia nelle istituzioni”.

L’associazione “Libera Impresa” ha finora coadiuvato importanti operazioni di contrasto alle estorsioni. L’ultimo -solo in ordine di tempo – è il blitz denominato Onda d’Urto scaturito dalle denunce di un imprenditore di Biancavilla che – per anni bloccato nella morsa del racket – si è rivolto all’associazione Libera Impresa per trovare il coraggio di mettere in un angolo i suoi aguzzini. Le indagini sono culminate lo scorso 10 dicembre a Biancavilla nell’arresto di 12 affiliati al clan Toscano, Mazzaglia, Tomasello di Biancavilla.

Un presidio di lotta alla criminalità organizzata, dunque, che sorge nel cuore di quello da tempo è considerato come il cosiddetto “triangolo della morte”, composto dalle cittadine di Adrano, Biancavilla e Paternò, note roccaforti della criminalità organizzata. Territorio in cui la coltre dell’omertà è ancora troppo fitta perché il sole della legalità possa del tutto irradiarsi. Triolo ha, inoltre, auspicato l’inaugurazione a Paternò di una vera e propria sede dell’associazione, cosa che al momento non c’è ancora.

Ma l’inaugurazione di ieri è stata una festa che ha visto la presenza di personalità illustri dell’antimafia catanese. A partire da Pasquale Pacifico, presidente dell’associazione nazionale magistrati. “Associazioni anti racket ne esistono tantissime – ha detto – ma l’attività di antimafia svolta da “Libera Impresa” è una vera antimafia, cioè efficace. Non quella dei salotti. In tre anni ha condotto e accompagnato moltissime vittime di racket a ribellarsi e denunciare. Son circa 20 in tutto le vittime che hanno detto basta, un numero davvero alto”. E Pacifico ribadisce come il tessuto sociale della città si mostri spesso poco ricettivo rispetto ai tentativi intrapresi di contrasto all’illegalità e all’omertà. “Paternò non è un territorio difficile, ma difficilissimo – ha affermato – Ve lo dice uno che si è occupato per anni di questo territorio: qualche anno fa abbiamo avuto due processi su Paternò: uno contro i mafiosi e il secondo purtroppo contro i commercianti, finiti per essere denunciati dalla Procura per favoreggiamento. Si trattava di imprenditori che non ammisero neanche di fronte alla prova provata di essere stati sottoposti a estorsioni: hanno sempre continuato a negare” E aggiunge: “Le attività estorsive per anni sono state tollerate e considerate come un costo aggiuntivo d’impresa, qualcosa che avrebbe assicurato la tranquillità: niente di più sbagliato. Gli imprenditori vengono così praticamente spogliati della titolarità della loro impresa, finendo nel circolo dell’usura. Denunciare non è soltanto una scelta, ma un necessità – precisa- l’unica via valicabile. Non solo perché lo impone la legge, ma perché è problema di coscienza. Chi ha il coraggio di denunciare l’estorsione e l’usura è qualcuno che la mattina ha poi il coraggio di guardarsi allo specchio e di guardare negli occhi la sua famiglia” – ha concluso Pacifico. Nel corso della cerimonia a ricevere una targa di riconoscimento da parte di Libera Impresa è stato proprio il magistrato Pacifico, a cui l’associazione ha mostrato un vivo ringraziamento per l’appoggio mostrato.

L’ultima parola, infine, è spettata a Rosario Cunsolo, presidente dell’associazione. “Vogliamo ringraziare quegli imprenditori coraggiosi che si sono rivolti a noi per essere seguiti in quel percorso di denuncia, assistenza tecnica, fiscale e legale. Che hanno deciso di dire no al racket dell’usura e del pizzo. Le istituzioni ci sono e noi facciamo di tutto per infondere speranza, andiamo avanti senza desistere cercando di ripulire il nostro territorio: questa è la nostra missione”.

Nel corso della cerimonia, è stata inoltre consegnata la “Coppa della Legalità” per l’anno scolastico 2015/2016. Fra le scuole partecipanti insignite del premio: Istituto tecnico tecnologico “Mario Rapisardi” di Biancavilla i cui studenti hanno realizzato un elaborato giornalistico incentrato sul tema della legalità; l’Istituto comprensivo “Antonio Bruno” di Biancavilla, dove gli allievi hanno ideato un video collage sulla legalità; e anche gli istituti “Francesco De Sanctis” e il liceo scientifico di Paternò “Enrico Fermi” per la realizzazione di due video su femminicidio ed evasione fiscale. A premiare gli studenti oltre al magistrato Pacifico, c’erano le Forze dell’Ordine e la giornalista Mary Sottile.

FONTE : LiveSicilia.it.

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