Giustizia, Statua Tribunale di Catania

Istituto Tecnico Tecnologico, Biancavilla, Classe V, Sez. A, – A.S. 2015/2016

Questo Elaborato Concorre al Concorso “Coppa della Legalità”

La parola legalità significa “Essere conforme alla legge e a quanto è da questa prescritto”. In risposta a situazioni di disagio provocate da un’oppressione del crimine sulla società, la legalità diventa l’aderenza ad una regola che protegge il debole dall’oppressione del forte. Tutti siamo deboli davanti alla struttura mafiosa, tutti tranne l’ordine costituito, che attraverso la promulgazione delle leggi può assicurare al singolo quella protezione, quella forza per non soccombere davanti alle intimidazioni e alla violenza. La legalità, come molti valori fondamentali, è diventata quasi un oggetto di derisione a tal punto che chi segue le regole e agisce nel giusto viene visto come persona sciocca agli occhi degli altri; ciò che prima era considerato sbagliato oggi è diventato quasi comune e la legalità è quasi del tutto scomparsa. Siamo arrivati ad un punto tale che nemmeno certa politica o certa magistratura rappresentano un modello di giustizia e correttezza. Una delle cause dell’affermarsi dell’illegalità è il denaro. Il mondo di oggi ruota intorno ad esso e chi ne ha in abbondanza ha un potere immenso; l’uomo contemporaneo mette in così alta considerazione il denaro da dare un prezzo a tutto, e ciò lo fa sentire libero di trasgredire tutte le norme. Un’altra causa per cui dilaga l’illegalità è, molto probabilmente, l’egoismo che cresce giorno dopo giorno e, di conseguenza, non esiste più il concetto di pubblico e la tutela del bene comune. Il politico è ormai divenuto qualcuno che usa il potere esclusivamente per i propri interessi e non pensa alle conseguenze delle sue azioni…..; forse la più significativa causa dell’illegalità è il timore, è la paura verso gentaglia che con il “potere” intimidisce e inibisce la mente delle persone che vorrebbero opporsi, ma che per paura desistono e appunto contribuiscono al diffondersi dell’illegalità e del controllo indisturbato sulla società da parte di queste “organizzazioni mafiose”. Non bisogna limitarsi ad analizzare il problema, dovremmo anche considerare le opportune soluzioni. Prima di tutto una più stretta vigilanza da parte delle forze dell’ordine e una fermezza maggiore nello stabilire le pene: i processi dovrebbero diventare un vero e proprio esempio e la giustizia dovrebbe agire in maniera degna del nome che porta. Lo strumento più importante è diffondere una nuova cultura e far capire alle persone che stiamo tutti causando il declino politico, economico e morale della nostra società: se si educassero i giovani al rispetto dei valori, se si insegnassero le cose veramente importanti, se si facesse loro capire che la vita non è una scalata verso il potere, forse realizzeremmo una società migliore, dove tutti starebbero meglio; se si combattessero la paura e la sottomissione, se si riportassero in vita i veri fondamenti della società e si distruggesse questa sorte di tirannide, che stiamo vivendo, le persone sarebbero più coscienti delle proprie azioni e delle proprie scelte. Il rispetto delle regole, l’onestà devono esserci anche nella vita di tutti i giorni: per far sì che queste non restino solo parole, ma che diventino fatti, dovremmo impegnarci tutti da subito, partendo dal rispetto delle piccole regole della vita quotidiana per costruire una realtà migliore in cui vivere insieme.

Salvatore Pulvirenti, classe V, sez. A Salvatore Petralia, classe V, sez. A